Longobardi 569-2019

1450° anniversario della presenza longobarda tra Ticino, Sesia e Po

Atti del Convegno del 29 giugno 2019

La Società Storica Vigevanese persegue obiettivi di carattere culturale, allo scopo di favorire la conoscenza della storia di Vigevano, del suo territorio e della Lomellina, anche in un’ottica più ampia, nazionale e internazionale, allo scopo di integrarne gli aspetti di ricerca e di divulgazione. Sono perciò felice e orgoglioso di aver realizzato questo volume che raccoglie gli Atti del Convegno del 29 giugno 2019, tenutosi sul tema “I Longobardi: 569-2019. Nel 1450° anniversario della presenza longobarda tra Ticino, Sesia e Po”.

Il Convegno, con il patrocinio del Comune di Vigevano, ha avuto sede presso l’Auditorium San Dionigi della Fondazione Piacenza e Vigevano, che qui ringrazio per l’ospitalità; e si è svolto alla presenza di un folto e attento pubblico in una torrida giornata d’estate. Un aiuto decisivo ci è venuto dal Rotary Club Vigevano-Mortara, distretto 2050, nella persona dell’Ing. Guido Cazzani, sensibile all’importanza degli aspetti culturali, sensibilità che ha improntato l’anno della sua presidenza rotariana 2018-2019.

L’idea di un convegno sui Longobardi era nata per analizzare le testimonianze della presenza longobarda in un quadrante geografico identificabile con l’attuale Lomellina. Un progetto non facile, la cui appropriatezza, però, ha trovato riscontro e conferma nella recente scoperta della necropoli longobarda in frazione Belcreda di Gambolò, appena fuori Vigevano, scoperta che ha anticipato il Convegno solo di pochi mesi e la cui rilevanza non ha potuto essere affrontata nel Convegno.

Le undici relazioni hanno toccato diversi ambiti della storia longobarda: la dissoluzione dell’Impero romano e il rapido sorgere del regno longobardo (Piero Majocchi); gli insediamenti longobardi in Lomellina (Fabio Romanoni); la guerra dei Longobardi (Fabio Bargigia); l’archeologia del sito di Laumellum (Rosanina Invernizzi); il mito del grande scontro di Mortara tra Franchi e Longobardi (Aldo A. Settia); l’Editto di Rotari (Dino Rabai);le religioni dei Longobardi (Cesare Silva); la lingua longobarda nel contesto delle altre lingue germaniche (Marusca Francini); le testimonianze culturali e linguistiche longobarde, all’altro capo dell’Italia, cioè tra Calabria e Lucania, a più di mille chilometri di distanza dalla Lomellina (John Basset Trumper); i longobardismi attestati nel dialetto vigevanese (Orazio Rossanigo e Giovanni Borroni); l’alimentazione e la cucina dei Longobardi (Giovanni Borroni e Grazia Rossanigo).

Un motivo di soddisfazione particolare da parte della SSV è consistito nel fatto che, accanto a relazioni di studiosi di livello nazionale e internazionale, anche alcuni soci della Società Storica Vigevanese abbiano contribuito sia alle relazioni del Convegno sia ai suoi Atti.

I contributi dei vari autori si contraddistinguono, oltre che per la scientificità degli approcci e la piacevolezza della lettura, per un taglio critico che caratterizza le relazioni più specificamente di contenuto storiografico, finalizzate a incrinare, e talvolta a smantellare, il corpus dei miti che ancora pervade la storia dei Longobardi nella Penisola, conseguente al retaggio della cultura risorgimentale e della prima metà del secolo passato.

I temi aperti, lasciatici dalla società longobarda, in larga misura affrontati ancora oggi in maniera antinomica, riguardano barbarie e rapida assimilazione della cultura latina; la tradizione del diritto trasmesso oralmente e un diritto scritto; il precoce abbandono delle tradizioni pagane e ariane e l’approdo a un cattolicesimo vincolato rapidamente dalle amministrazioni regali e locali al tessuto delle istituzioni monastiche e religiose; la presunta ferocia bellica e la reale insipienza delle difese militari trovate in Italia; la stessa visione del longobardo come lingua residuale, ma ancora viva nel lascito dei numerosi lemmi nel dialetto vigevanese (e in altri dialetti della Penisola, ancora oggi parlati); e la stessa visione stereotipica di un’alimentazione carnea a base di selvaggina arrostita hanno trovato, in questo volume, se non una risposta definitiva, una messa a punto, in chiave critica, su un periodo della nostra storia caratterizzato da profonde trasformazioni.

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